venerdì, aprile 26, 2024

Gocce d'inchiostro: Povere creature - Alasdair Gray

<< Presto, presto! Anche io avrei dovuto leggere questo romanzo, prima che la trasposizione cinematografica approdasse nelle sale cinematografiche. Forza, altrimenti avrei rischiato di incorrere in qualche brutto e spiacevole spoiler >>. Queste parole hanno echeggiato nelle stanze buie e polverose del mio animo con la medesima frequenza di qualcosa di stabile e necessario. La lettrice che riposa in me odia dover essere impreparata: non avrebbe voluto sapere nè conoscere alcunchè nei riguardi di questa storia, e preannunciava quel momento in cui avrebbe potuto sedersi comodamente nella sua poltrona preferita, aprire il romanzo da una finestra virtuale del suo Kobo, infilare il naso fra le soglie di un mondo che in una manciata di giorni era divenuto simile al mio. A questo processo infatti non ho dovuto attendere che una manciata di settimane, il tempo che il romanzo fosse disponibile in versione digitale negli store online, e a ciò ne seguì un processo di lettura che mi ha sottratto nemmeno quarantotto ore, tanto intensa era la sensazione che mi fossi imbarcata in un luogo da cui non avrei più voluto uscirne. Effettivamente Povere creature, con in copertina il viso sfigurato della bella attrice Emma Stone, mi era stato consegnato esattamente come è: un prodotto commerciale che per qualche tempo ha fatto parlare parecchio di sé. E a cui io ho deciso di abbracciare invitata da un autore un po stempiato ma erudito, propinandoci un’incursione semplificata del reale in cui non si chiederà consolazione mediante la stessa letteratura quanto pungolando continuamente l’arte come forma consistente e definitiva.

Titolo: Povere creature
Autore: Alasdair Gray
Casa editrice: Safarà Editore
Prezzo: 22 €
N° di pagine: 408

Trama: Chi è veramente Bella Baxter, giovane donna ritrovata nelle fredde acque del Clyde nella Glasgow tardovittoriana e riconsegnata alla vita grazie agli oscuri esperimenti di Godwin Baxter, tormentato genio della chirurgia? Sarà arduo, quasi impossibile, dare una risposta, perché Bella è molto più della donna che è stata: oggetto di folli passioni amorose, la vedremo attraversare la sua epoca passando per salotti austeri, casinò decadenti e bordelli parigini, con lo stupore di chi per la prima volta vede il mondo nella sua prodigiosa follia, incarnando – con il medesimo desiderio che desta al suo passaggio – i più alti ideali umani, senza mai smettere di suscitare scandalo per l’oltraggio più grave di tutti: vivere un’esistenza radicalmente libera. Da questo romanzo, il film di Yorgos Lanthimos prodotto da Searchlight pictures.

mercoledì, aprile 24, 2024

Slanci del cuore: Parole in musica

La musica è una delle mie più grandi e fedeli compagne. Non è qualcosa di semplice, ascoltare una canzone e canticchiare tra sé o a voce alta, quanto ascoltarla mentre si legge, in quanto trascinata in un mondo a parte, a sè, in cui non provo alcun fastidio quanto benessere. Leggere con la musica sparata nelle orecchie mi ha sin da sempre concesso l’opportunità di conciliare realtà e fantasia, e, quasi come preda di trance, divertita e poi tesa. Tesa perché così immersa da non poter essere sempre vigile a captare i rumori del mondo esterno. Di musica la letteratura di cui amo cibarmi e a cui a questo proposito quest’oggi proporrei qualche opera al riguardo, in questi testi è essenza suprema. Urla qualcosa, trasmette messaggi che forse non tutti hanno compreso, forse nemmeno io. nè gesticolano violentemente affinchè qualcuno li noti, quanto tendono una mano invisibile affinché vada verso qualcosa. Cosa non so spiegarlo, ma sicuramente che coincide con i sogni, le speranze di chi, fagocitato in questa realtà quasi illusoria, può rifugiarsi.

Un grande romanzo che scruta una parte più intima della nostra anima: i sentimenti. Un bellissimo affresco sull'adolescenza, sulla giovinezza, sul periodo di transizione all'età adulta scritto magistralmente a cui fanno da sfondo atmosfere favolosamente descritte prive di elementi onirici e surreali e un continuo susseguirsi di misteri foschi e domande senza risposta che riescono a coinvolgere del tutto il lettore in un mondo ombroso ma ricco di sentimentalismo. 

Titolo: A sud del confine, a ovest del sole

Autore: Murakami Haruki

Casa editrice: Einaudi

Prezzo: 13€

N° di pagine: 204

Trama: Fino ad allora Hajime aveva vissuto in un universo abitato solo da lui: figlio unico quando, nel Giappone degli anni Cinquanta, era rarissimo non avere fratelli o sorelle, aveva fatto della propria eccezionalità una fortezza in cui nascondersi, un modo per zittire quella sensazione costante di non essere mai lì dove si vorrebbe veramente. Invece un giorno scopre che la solitudine è solo un'abitudine, non un destino: lo capisce quando, a dodici anni, stringe la mano di Shimamoto, una compagna di classe sola quanto lui, forse di più: a distinguerla non c'è solo la condizione di figlia unica, ma anche il suo incedere zoppicante, come se in quel passo faticoso e incerto ci fosse tutta la sua difficoltà a essere una creatura di questo mondo. Quando capisci che non sei destinato alla solitudine, che il tuo posto nel mondo è solo là dove è lei, capisci anche un'altra cosa: che sei innamorato. Ma Hajime se ne rende conto troppo tardi - è uno di quegli insegnamenti che si imparano solo con l'esperienza - quando ormai la vita l'ha separato da lei. Come il dolore di un arto fantasma, come una leggera zoppia esistenziale, Hajime diventerà uomo e accumulerà amori, esperienze, dolori, errori, ma sempre con la consapevolezza che la vita, la vita vera, non è quella che sta dissipando, ma quell'altra, quella che sarebbe potuta essere con Shimamoto, quella in un altrove indefinito, a sud del confine, a ovest del sole. Una vita che forse, venticinque anni dopo, quando lei riappare dal nulla, diventerà realtà.

lunedì, aprile 22, 2024

Gocce d'inchiostro: Il peso delle parole - Pascal Mercier

La frenesia del quotidiano, gli innumerevoli impegni, e, soprattutto, le innumerevoli letture, le sfide che giorno dopo giorno abbraccio, mi hanno visto e mi vedono in cima al raggiungimento di obiettivi, progetti che scandagliano la mia vita di lettrice. Certamente si tratta di progetti di lettura che ambisco, che mi piace realizzare e che, nel momento in cui ci vado, prendo consapevolezza di ogni cosa. Ogni conseguenza, ogni espediente mi induca a perderci qualche minuto o una manciata di giorni. Questi sono assetti del mio essere lettrice in cui mi ritrovo quasi sempre, in un’oasi di pace, di ordine e di pulizia, con pile vertiginose di libri ancora da leggere, liste di autori ancora da conoscere e scoprire. E godo di tutto questo poiché rappresenta la linfa vitale della mia esistenza. Questa lettura tuttavia non era prevista, così come non era previsto il mio stare qui, tra queste pagine, in un’atmosfera fumosa, ottenebrante e oppressiva avvolta nel buio e intrappolata nel tempo. E proprio di tempo, di parole è la linfa vitale di questa storia, il cui respiro si è unito al mio, ogni cosa sembrava si dilatasse e restringe, in un tenero oblio, davanti a una piacevole imperturbabilità come distacco dal mondo, forma archetipa di abbandono. Restando tuttavia sospeso in un marasma di parole, che in un momento particolare hanno funto da scialuppa di salvataggio, assimilando la poesia, scivolando nel sogno e nell’illusione, ma in forme di puro sconforto ma coinvolgimento emotivo reso ai limiti dell’estremo.

Titolo: Il peso delle parole
Autore: Pascal Mercier
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 20 €
N° di pagine: 588
Trama: Sin dalla sua infanzia, Simon Leyland è affascinato dalle lingue. A dispetto dei suoi genitori, diventa un traduttore e persegue con determinazione il suo obiettivo di imparare tutte le lingue parlate nel Mediterraneo. Da Londra segue la moglie Livia a Trieste, dove lei ha ereditato una casa editrice. In questa città di importanti letterati crede di aver trovato il luogo ideale per il suo lavoro, finché un errore medico non lo porta fuori rotta. Tuttavia, questa apparente catastrofe si rivela un punto di svolta e un'opportunità per reinventare ancora una volta completamente la sua vita.

sabato, aprile 20, 2024

Slanci del cuore: Romanzi che ho divorato come fossero Nutella

La Nutella, la mia cara e amata Nutella…. No, non sono pazza! Voi non lo sapete, ma un’altro dei miei più grandi amori è la Nutella, una delle mie più grandi tentazioni che, solo perché dotata di una buona dose di autocontrollo, mi induce a combattere innumerevoli e silenziose battaglie affinché io la mangi sempre con moderazione. Perché parlare di Nutella, dunque? Cosa c’entra con i libri, queste inutili risme che per molti non hanno alcun senso, quanto per me che racchiudono la vita?? Ebbene, moltissimo. Perchè ci sono state storie, opere i cui protagonisti sono state donne coraggiose e caparbie, uomini soli e impavidi, che ho divorato nel giro di qualche giorno, in un’unica seduta o, per la voluminosa mole, in una manciata di ore. Una melanconica dichiarazione d’amore, l’ennesima, che tuttavia si tinge di cioccolato, che trasmette sempre il buon umore, la felicità, puntati sempre verso il mio cerchio, la mia anima, che quando scova certe storie, certe prelibatezze, tentano di strappare non solo sorrisi ampi, ma, esagerando, persino il cuore.
Una lettura semplice che mescola storia, fabula e romanzo, ma un atto di comprensione della realtà umana nel suo essere imperfetto. E ciò che ci porta nell’insieme è un espediente che dovrebbe aiutare a riflettere. 
Titolo: La Bella e la bestia
Autore: Gabrielle - Suzanne Barbot de Villenueve
Casa editrice: RBA
Prezzo: 12 €
N° di pagine: 208
Trama: Lasciatevi trasportare dall'incantevole favola della Bella e la Bestia. Con inediti elementi interattivi in 3D, fra cui un quadrante da girare per scoprire il guardaroba della Bella, un pieghevole che svela l'interno del palazzo, finestre pop-up che si aprono sulle scene a cui assiste ammirata l'eroina, e tanto altro ancora. Dalla sua prima pubblicazione nel 1740 ad opera di Gabrielle-Suzanne Barbot de Villeneuve, questa favola senza tempo che vede una bellissima fanciulla innamorarsi di una bestia feroce ha affascinato generazioni di lettori. Con delicate illustrazioni ed elementi interattivi firmati dallo studio MinaLima, il libro vi invita a esplorare il palazzo incantato della Bestia insieme alla Bella e a un corteo di magiche creature.

giovedì, aprile 18, 2024

Gocce d'inchiostro: La malattia - Alberto Barrera Tyszka

Lentamente il mondo finirà per tutti, anche per chi crede di essere invincibile e ingenuamente eterni. Alla fine dei giochi, ogni cosa che era sembrata terribile o bellissima, a seconda dei casi, calerà il sipario, su qualunque scenario ci si trovi, e ci recheremo nell’unico posto in cui saremmo liberi di essere: nel paradiso. Da credente e cristiana praticante, credo fortemente che esista un paradiso, un luogo specifico per ogni anima, checchè essa sia buona o cattiva, ma il cui destino non è molto differente dal mondo fuori. La gente all’inizio si impelaga in inutili discussioni, in questioni che non hanno una vera e propria origine, quanto domare quella bestia della solitudine, tutta presa ad annientarla completamente. C’è chi fa di tutto questo una sorta di alleanza, fa si che la solitudine diventi la sua unica amica, chi invece impiega ore preziose del suo tempo a colmarla, in qualunque modo. Il protagonista di questa storia, in un certo senso attua comportamenti simili. Combatte una lotta impari con la morte, la solitudine, ma allo stesso tempo sa che di questo ennesimo scontro non avrà esito positivo, poichè perdente dall’inizio, avendo consapevolezza che questa volta la motivazione di certe acute e profonde riflessioni sia più importante di quel che si crede. Questo silenzio, sin dal principio, si muove in una bolla di solitudine, in sentimenti di angoscia e repulsione dell’anima che sono facilmente riconducibili alla vita che lentamente sta appassendo, giorno dopo giorno. La vita e la morte, anime affini che divengono sguardo o squarcio sul tempo, sulla vita in generale da cui ci si impegna a scorgere uno sprazzo di luce, in una cortina di oppressione e poca lucidità. Non potendo nemmeno sfuggire alla protezione o alla garanzia di chi lo affianca, come il protagonista di questa storia, limitando a questi la stessa libertà.


Titolo: La malattia

Autore: Alberto Barrera Tyszka

Casa editrice: Einaudi

Prezzo: 13, 50 €

N° di pagine: 159

Trama: Andrés Miranda è medico. Quando viene a sapere che suo padre è gravemente ammalato, si vede costretto ad affrontare una situazione angosciosa e del tutto inedita: l'etica professionale gli suggerisce di dire la verità, il sentimento lo induce a tacerla, tradendo però così i principi di reciproca lealtà che sino a quel momento hanno caratterizzato il rapporto fra padre e figlio. Ernesto Duràn è un suo ex paziente che soffre di tutti i sintomi di un male che, secondo lui, lo porterà alla morte; preda di un'ossessione che trascende la semplice ipocondria, inizia con crescente insistenza a scrivergli e-mail che rimangono però senza risposta. La presenza della malattia nella vita di queste due persone tanto diverse - il medico che conosce i segreti del corpo umano ma che è ostaggio del silenzio, e il paziente che l'ansia rende loquace impedendogli allo stesso tempo di vivere - è l'architrave su cui poggia questo intenso romanzo sulla fragilità dell'esistenza, sul dolore e sulla malattia come elemento sostanziale della vita.

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