domenica, giugno 12, 2016

Amori di carta: Carlos Ruiz Zafon

Carlos Ruiz Zafon: ho una leggera dipendenza e nessun antidoto è mai riuscito a curarmi. In pagine di memoria che sono state scritte col sangue, ho visto uomini soli e contriti, e resi poco sensibili, trascinarmi in un gioco di luci e ombre, sino a quando non hanno esalato l'ultimo respiro. Facendoli fuggire nell'unico luogo dove né il cielo né l'inferno potranno mai trovarli. Perdendomi completamente: imboccando una strada, senza trovare alcuna via d'uscita.
A svegliarmi è quasi sempre il silenzio. Affascinata da immagini nitide ed evocative che si affacciano nelle frasi e che riportano quasi sempre nella vecchia e tenebrosa Barcellona - che ha segnato me che il giovane Daniel -, abbracciando una realtà che presto sarebbe diventata mia.
Il rumoroso, insolito spettacolo messo in scena da un uomo la cui prosa cattura chiunque creda al potere dei romanzi mi sconcerta quasi sempre. E, come un magnifico sole arancione, si leva dietro la frastagliata lontananza di un eco, un rintocco dell'anima, facendomi lentamente uscire dall'oscurità in cui ogni tanto sprofondo. Fumi bianchi che velano gli occhi, il cuore, trasmettendomi il loro nocivo profumo.
La durata delle parole è dipendente, la loro forza interiore scandiscono attimi di vita ed ecco che, come i mesi precedenti con Murakami e Sparks, un altro autore, con suo lirismo e la sua prosa magica, è un compagno segreto cui so di potermi affidare nel momento del bisogno. Il Dickens moderno del XXI secolo. Celebre nel panorama della narrativa contemporanea mediante testimonianze di racconti di amori impossibili, tradimenti, morti, odi e amicizia che, con un pizzico di drammaticità e una spruzzatina di romanticismo, ci lasceranno con uno strano senso di vuoto.

Romanzo di transizione al ciclo di romanzi che si intrecciano nell'universo del Cimitero dei libri dimenticati. Rappresentazione perfetta di una Barcellona che diviene oggetto d'attrazione per una serie infinita di personaggi e il terreno ideale per l'indagine accurata del rapporto fra l'esistenza e la sua rappresentazione fra letteratura e vita. Un vaso di Pandora contenente verità fondamentali che pochi individui sono in grado di comprendere.

A sfondo adolescenziale, è un opera saldamente legata al mondo dell'infanzia. E, ritratto umano terribilmente coinvolgente di protagonisti soli e incompresi, è un cuore che batte in cui è possibile riconoscere se stessi. Una parte della nostra anima.

Non solo un piccolo affresco per gli amanti del romanzo gotico. Piuttosto un affascinante intreccio di segreti, follia, passione, amori e misteri, ma anche un piccolo miracolo per il semplice fatto di aver permesso ai protagonisti di trovare la propria identità.

Racconto di un amore impossibile, tradimenti, agguati che, con incanto e dolcezza, lasceranno un segno del loro passaggio.

Un quadro raffinato in cui si parla di personaggi oscuri e maledetti che, così come la letteratura, riescono a dar voce a chi non ha voce. Le loro sensazioni sono come una variazione dell'aria. Condensano la luce. Fanno vibrare il vuoto.

Un brivido assolutamente indimenticabile che percuote ogni cosa: il cuore, il corpo, l'anima. Uno spiraglio di luce che illumina un intero mondo di tenebre e ombre. Il contrasto perfetto tra bellezza e semplicità.

Pagine bianche che vivono, pulsano, in cui possiamo riconoscere un pezzo di noi stessi, rivelare i nostri segreti, tanto gelosamente custoditi.

2 commenti:

  1. Ho sentito parlare di quest'autore, ma non ho letto nulla. Però prima o poi mi piacerebbe leggermi qualche suo romanzo: con quale mi consigli di iniziare?

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    Risposte
    1. L'ombra del vento :) Con questo romanzo ho scoperto Zafon, e da allora me ne sono innamorata perdutamente :)
      Quando arriverà il suo momento attendo il tuo giudizio :)

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