lunedì, ottobre 23, 2017

Gocce d'inchiostro: American History 2 - J D Hurt

A mano a mano che conoscevo Elena, leggendo le sue storie - storie forti, di possessioni e ossessioni - leggendola accuratamente e con una certa curiosità, scortata dalla mia immancabile agenda, cominciò ad albergare la certezza che l'anima di questa giovane donna ed i suoi tremuli passi nella narrativa italiana stanno andando a delinearsi e a trasformarsi in qualcosa di davvero meraviglioso, motivio per cui della Hurt mi aspetto di trovare almeno una volta al mese una sua email. Solo dopo averla conosciuta mi sono accorta che la Hurt ha davvero talento: è davvero brava, si, e allo stesso tempo le sue storie sono così conturbanti che a leggerli si corre il rischio di restare incagliati per sempre nelle ossessioni della sua bellezza.
Approfittando di questa nuova e straordinaria opportunità concessami dall'autrice, a cui riserbo un ringraziamento speciale - grazie davvero! -, ospito quest'oggi lei e il suo romanzo con orgoglio, dedizione e amicizia, ancora una volta.
Un consiglio spassionato: lasciatevi travolgere dal suo incanto. Giungere all'epilogo di ogni suo libro è una sensazione davvero fastidiosa, consapevole che di romanzi ce ne sono a centinaia a cui potrei chiedere conforto. Eppure il cuore batte dolorosamente quando tutto, la magia al suo interno, finisce; perfino il peso del mio corpo sembra riducersi, perché credeva di lievitare nell'aria. Proprio come quel palloncino rosso che ho inseguito anch'io recentemente. Questa lealtà irrazionale verso una donna di cui conosco poco e niente, in effetti mi ha dato prova del fatto che sono stata vittima di un "innamoramento" involontario. E qui sono rimasta, in preda allo stupore più assoluto.

Titolo: American History 2
Autore: J D Hurt
Casa editrice: Selph pubblishing
Prezzo ebook: 2, 99€
N° di pagine: 302
Trama: Credevo di riuscire a strapparla dalle nostre vite, credevo che sarei riuscito a salvare Ryan. Tutto è andato distrutto; lei lo ha devastato. E ora entrambi pagheremo: perché se non lo salveremo sarà solo buio. Il mio buio.
Credevo che saremmo stati felici per sempre. Credevo che lei mi avesse salvato dalla violenza e dal terrore della mia famiglia; ma io non sono quello che pensavo. E ora devo pagare nel modo peggiore: perdendomi per sempre.
Credevo di avere capito tutto; credevo di avere salvato i miei affetti. Ero solo una povera sciocca, l'illusa di sempre. Ora che ho perduto ogni cosa e i fratelli Carroll sono stati la mia rovina posso solo pagare il prezzo delle mie scelte. La fine di ciò che ero.
Perché Marcia Horowitz non esiste più. Esiste solo l'oscuro passeggero.
Stephan, Ryan, Marcia: quando l'amore diventa sangue.

Nota dell'autrice: dal momento che le storie di Shiloh e Marcia avvengono in contemporanea o quasi e sono spesso concatenate, per capire il testo di American History 2, è opportuno aver letto tutti gli altri volumi della Dark Necessities Series (Stolen 1, Stolen 2, American History 1).


La recensione:

Il terrore pretende l'impossibile e lo ordina sulla canna di una pistola. Il terrore è un bivio dove le strade sono chiuse. Il terrore è scegliere un male minore che in tutti i casi ti ucciderà. Il terrore è chi santifica il terrore stesso in nome di un'ideale.


Ma perché mi trovo nuovamente qui a parlarvi di J D Hurt, se dall'ultima volta che ho pubblicato un post con inciso il suo nome non è trascorso nemmeno un anno? Per quale motivo un groviglio di angoscia, amore, tristezza, felicità, emozioni che si sono agitate dentro e che adesso sto riversando in quel contenitore imperfetto che è la scrittura, si smossero dentro di me e lì ci rimasero per un tempo assurdamente lungo? Non lo si percepisce? O forse sono io che non voglio perder tempo a dimostrarvi che ogni storia sfornata dalla penna di quest'autrice è la migliore per me perché mi bastava saperla dentro di me e pertanto mi è stato impossibile ignorarla? Tutte queste domande svolazzano rumorosamente nella mia testa, come mosche che tentano di trovare una via d'uscita dal mio cranio. Ma io non ho motivo di vivere nell'incertezza, mi dico, soprattutto se penso a tutto quello che ho visto e vissuto. Se mi trasferisco nella testa dei suoi personaggi, quanto basta, attraverso un piccolo salto, volgo le spalle a una vita monotona e ripetitiva per volare insieme alle anime di coloro che da un anno a questa parte hanno popolato le mie nottate miti, su una stanza piccola ma importante come un santuario, diretta nel punto in cui si è trovata la sua autrice.
Lo spettacolo che ho osservato mi ha ricordato un elaborata coreografia: un amore forte e indomito che attanaglia l'anima di due amanti le cui vite si intrecceranno come due strade; il loro profumo inebriante che invade le narici di chiunque; il picchiettio carnoso di un cuore giovane che batte furiosamente in una gabbia toracica. Sembrano i primi accordi di una melodia, ai quali si giunge subito allo sferragliare del groviglio dei pensieri acuti che invadono la mente di banalissimi ragazzi, componendo un sgraziato arco con colori vivaci e forti, che tuttavia non riescono a nascondere nella loro pelle rossiccia il freddo di un passato dilaniante. Povere anime nate con sventure addosso! Neanche la morte consentirà loro di abbandonare quell'angusto inferno, perché anche quando moriranno, finiranno di essere Marcia, Stephen, Ryan, o Shiloh, West e Andrew spogliati da ogni peccato saranno costretti a rimanere lì, almeno fino a quando sarà possibile che qualcuno gli conceda la redenzione.
Ma non sempre spiccano per i loro peccati, o per la malinconia che invade i loro petti, ovviamente. Più di una volta sono stati in grado di donarmi una certa felicità. Mi hanno inondato di una pienezza deliziosa, prima che la ragione rovinasse tutto. Adesso, per esempio, che è tutto finito e mi appresto a scrivere queste poche righe, se ripenso a quei lunghi pomeriggi trascorsi in loro compagnia vengo assalita da una luminosa sensazione di benessere. In realtà, tutto ciò che ho visto, l'avevo già visto, si reggeva su un pilastro che ha il nome di una donna: Marcia, vale a dire l'amica di Shiloh, la ragazza che in due veloci capitoli era divenuta ai miei occhi simpaticissima la cui storia immortalava un amore senza tempo, inviolabile e inviolato, in cui si era presa gioco di me e spazzolava la patina di tranquillità da ogni rapporto amoroso.
Shiloh, Marcia, Ryan, Stephan esistono se non grazie all'ingegno dell'autrice, che li ha messi al mondo con una certa cura, forse in modo inconsapevole, mossa dalla necessità di riconoscersi al mondo con un ruolo completamente diverso nel proprio destino, una funzione che l'ha per me trasformata in un elemento imprescindibile nel panorama della narrativa italiana, redimendola dall'effimera condizione di scrittrice in erba che con tanta leggerezza le avranno assegnato in questi numerosi mesi di scrittura.
La battitura di una tastiera aveva contribuito a riunire in poche ma salienti pagine la forma di un sogno, a cui non ho riscontrato alcuna discrepanza sebbene la semplicità delle storie trattate. Senza di lei, tutta la devozione e la mia ossessione per le sue storie per ricondurmi nuovamente in America non sarebbe servito a nulla.
Come la saga Stolen, anche con American History penso sia impossibile spiegare quelle emozioni che si agitano dentro ne esprimere quanto sia stato meraviglioso condividere quest'ennesima meravigliosa storia che l'autrice si porta dentro, il mio <<stare>> lì, fra le sue pagine, ma anche averla trovata intrisa di amore e drammaticità. Oscurità, perversione e ossessione in cui fa da sfondo una luminosa e brillante Manatthan, in un quadro a tratti impuro, a tratti volgare, in cui si parla di personaggi che, macchiati da gesti o azioni sconsiderate, si troveranno coinvolti in qualcosa di orripilante e oscuro. Intrappolati in una rupe di acque nere e profonde dove non si riesce a vedere sul fondo.
Sono stata letteralmente trasportata da una corrente di emozioni forti e inspiegabili che, proiettata nella mente dei personaggi, in cui ho potuto ascoltare persino i loro più temibili pensieri, ho visto anime dannate nutrire l'impellente bisogno di redimere la propria anima e, giocando con la natura dei sentimenti umani, il desiderio di poter essere accettati. Accettando tutto ciò che hanno passato e che non avrebbero dovuto avere, tornando a vivere pur di riottenere la pace.
Parlandoci di una forma d'amore davvero unica e di forte d'impatto, Jd Hurt ci narra una storia sotto certi aspetti atipici, sotto altri disumani, che erge attorno a se un muro di false speranze in cui il lettore sarà spettatore di una passione indescrivibile e allo stesso tempo terrificante, che se ne sta sospesa nell'avverso universo come luminose stelle, e che scopre i due amanti perdutamente insaziabili dei peccati tatuati sulla loro pelle. Presi nell'anima e nel corpo, inzuppati di oscurità, ma inteneriti e bramosi di vegliare sul sonno di uno sconosciuto che prima osservavano con pietà, e che adesso rappresenta la vita.
Una lettura ammaliante e ipnotica, una favola dark dai toni grigi e cupi in cui fanno da sfondo la violenza, l'odio, la paura. Un racconto gotico, una storia ambiziosa che suscita un empatia naturale, che ha un ché di tragico e solenne, come un valoroso eroe tornato nella sua amata terra.

Il cervello urla finalmente! Ma l'anima si perde. Quando è già oltre la soglia commetto l'ennesimo errore.

Valutazione d'inchiostro: 5

2 commenti:

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