venerdì, ottobre 06, 2017

Gocce d'inchiostro: Black Friars. L'ordine della penna - Virginia De Winter

E' stato piuttosto semplice lasciarsi andare, ancora una volta. Chiudere gli occhi e arrendersi, infiltrarsi a capofitto in quel luogo di emozioni rosso scuro, profumate di metallo e fiori.
Le emozioni scaturite infatti sono state infinitesimali, strette dolcemente fra il battito di un cuore giovane ma orgoglioso, veloce nelle vene e lento e caldo come sciroppo nel vento. Un sudario di parole mi ha impedito di non perdermi, nuovamente, scostandolo con rispetto, fino a giungere alle soglie di parole che trasudano amore, dolore, e che sopravvivranno nella mia mente per un bel po’.
Titolo: Black Friars. L'ordine della penna
Autore: Virginia De Winter
Casa editrice: Fazi
N° di pagine: 485
Trama: Altieres, l'antica dinastia regnante nel Vecchio Continente, si è estinta dopo la violenta morte di tutti i suoi eredi e a portare il nome dell'antioca casata sono rimasti solo vampiri Blackmore, creature immortali a cui regnare non è permesso. Ma qualcosa ora è cambiato. Sophia Blackmore, unica erede della dinastia, creduta morta da anni, è stata ritrovata, e la Vecchia Capitale non sarà più la stessa. Gli oscuri segreti degli Altieres, stanno tornando a calare ombre sulla città e spettri senza voto si aggirano per le strade terrorizzando cittadini e studenti. Mentre Sophia sta invece imparando a conoscere la sua nuova vita e cosa significhi essere una Blackmore. Eloise Weiss,  coraggiosa eroina protagonista dei due romanzi precedenti, deve affrontare forze che nemmeno i suoi poteri possono governare. I morti non possono infatti riposare in pace, disturbati nel loro eterno sonno da forze oscure e implacabili, forse collegate al ritorno dall'erede di Altieres e alle sconvolgenti verità che i vampiri Blackmore nascondono da secoli e ora sono sfuggite al loro controllo.

La recensione:
Era così da sempre, come se qualcosa in lui bruciasse e, nonostante questo, lei non riuscisse a impedirsi di toccarlo a costo di essere avvolta dalle fiamme.

Circa due settimane fa, colui che si fosse trovato ad attraversare per caso il corridoio prospiciente la mia camera, avrebbe avuto la singolare percezione che la mia anima si trovasse in un altro tempo, ai giorni precedenti la Rivolta. Una massa informe di carne e ossa stava morbidamente posta sotto strati e strati di cuscini soffici e morbide coperte; due occhi color nocciola vagavano ininterrottamente su pagine bianche che profumano ancora d'inchiostro; la mia mente vagava fra i meandri freddi e gelidi di stanze nobiliari o lugubri.
Da quasi diciassette giorni i romanzi della De Winter mi avevano mostrato un'accozzaglia di immagini di svariato tipo in cui è stato davvero impossibile non provare alcuna emozione. Assicurandomi, al contrario, della loro natura, come un buco nel cielo filtra la luce all'infinito.
In pomeriggi miti e tranquilli di fine settembre, infiniti e troppo silenziosi, torce e luminarie rischiaravano una corte centrale e uno svariato gruppo di studenti nel mezzo di una fontana assisteva, placido, alla mia venuta come una sfilata di ospiti in abito da sera. Un gruppetto di figure di carta che in una manciata di minuti sono divenute persone che, imponenti e splendidi, mi hanno accolta calorosamente.
L'aura lucente di questa storia ha avuto il sapore dell'argento e del gelo. Ho potuto abbracciarla con lo sguardo, ma la vicinanza e il calore che avevo ricevuto precedentemente erano qualcosa che qui ho visto scarsamente.
Tornare nella Vecchia Capitale di Altieres, in quei luoghi in cui avevo sparso passi, gioia, curiosità e sangue erano molto simili a quelle di qualche anno fa: un momento di spensieratezza che negli anni si è dissolto come fiati di vapore. Un viaggio straordinario, particolare e indimenticabile in un posto che volevo raggiungere da molto tempo, la cui forza d'attrazione era divenuta davvero irresistibile. Scivolare tra le tombe, sfiorare croci di pietra con le trine di qualche vestito, lambire la stoffa grezza di lenzuola candide e profumate, sentire il sapore agro dell'attesa inondare i miei sensi vertiginosamente.
Il malinconico paesaggio che mi si è stagliato dinanzi aveva la parvenza di una prigione, una prigione dell'anima da cui molti hanno cercato di sfuggirvi ma invano. La compagnia di cui mi sono circondata tutto sommato è stata alquanto dolce, e il regno in cui ero stata trascinata aveva sprigionato una melodia che io non ho potuto ignorare. Mi chiamava a sé, come gli strumenti magici delle fiabe che mi sono state raccontate da bambina, quando un sogno sarebbe durato un'altra notte.
I luoghi erano sempre gli stessi, la storia ben o male uguale a se stessa, le voci vecchie e nuove si alternavano avvertendomi della loro presenza, soprattutto monaci burberi dall'aria seria che fenderono il buio con i loro occhi scuri e gente del villaggio che diveniva irrequieta quando entravano nel loro cerchio. Li seguivo con lo sguardo e poi mi osservavano intensamente, con quel loro modo di scandagliare l'anima di chiunque, così uguale a quello che avrebbero riservato a un nemico o a qualcosa che non apparteneva più al regno dei vivi.
Per non rivelare la mia presenza, dovetti convincere la mia anima che non era più solitaria. Eloise, Ashton, Axel, Sophia, Russel, Morgan erano alcuni di quelle poche figure che si dibattevano in un mondo di luce e ombre da cui combattono una lotta incessante per la sopravvivenza, pur di scorgere un barlume di speranza. Tutto estremamente affascinante, romantico, realistico, misterioso e, per certi versi, incomprensibile come un sogno. Indistinto, volteggiando ai bordi dell'anima di questa storia, come una punizione efficace che dà pace ma incute una certa soggezione, e che consiste nel riconoscimento della propria coscienza.
Ancora una volta mi sono lasciata sedurre dalla bellezza, dalla forza, dal coraggio, dall'orgoglio di angeli tramutati in diavoli che, armati di cappa e spada, hanno imperversato nel mio animo come bufere estetiche, tremende e spaventose. Ammaliata dal candore di una storia il cui tratto sognante, magico, ha qualcosa di tangibile. Qualcosa che è penetrato nel mio cuore, pian piano. Aggirandosi in punta di piedi, esplorando una storia e disvelando una tenebra che nessuno aveva mai osato fare.
La mia anima era stata riempita da qualcosa che, fra schiere di redivi ed ragazze svampite e avvenenti, colpevoli di azioni o gesti di cui non hanno colpa, messi da parte perché considerati privi di volontà, mi hanno permesso di ritagliarmi un posticino tutto mio. Allietando giornate spiacevoli, nello spazio ridotto della mia camera, rendendomi felici anche solo per qualche ora. Catapultandomi nel cuore di anime dannate, orgogliose, frenetiche, passionali, irrequiete, desiderosi di scovare un loro posto nel mondo.
Due entità che improvvisamente si sono amalgamate. Accidentalmente si sono incrociate, intrecciate e sovrapposte per poter tessere una catena di eventi che determinassero la nostra unione. Una strana magia che mi ha permesso di accettare la storia che la De Winter si portava dentro, ha reso il tutto come una serie di opportunità in cui l'amore, la fratellanza sono i capostipiti di questa storia. L'amore, come immortalità e capace di perpetuare nel tempo. Forte e sensuale, che si combina all'avidità. Alla follia. La redenzione, come gesto di alleanza. Lealtà. Barriera contro i nemici, forte e indomabile.
Durante il corso della lettura avevo nelle orecchie una canzone, il cui timbro è stato deciso, sincero. Fra me e l'autrice ha predominato la lealtà: un po' meno entusiasta, ma che, nonostante tutto, ha riaffiorato in me il ricordo di alcuni particolari che ho visto leggendo i romanzi precedenti.
Mi è stata raccontata una storia in cui le cose hanno avuto una loro forma, nitide e luminose come la luce accecante del sole. Il tutto in un affascinante affresco che altri non è che una continua lotta alla sopravvivenza, alla redenzione, alla felicità. Una lettura bellissima, sorprendente, zeppo di rivelazioni toccanti, su cui predomina la forza e una certa malinconia. Popolato da anime inquiete che vagano lungo la riva dell'assurdo.

Ti terrò sul mio cuore che ha smesso di battere, per non lasciarti andare mai più. Seguimi in questa tenebra senza fine dove scalderai il freddo della mia tomba.

Valutazione d'inchiostro: 4

4 commenti:

  1. Sembra un libro molto nelle mie corde. Affascinante è poco. La tua recensione poi, è fantastica. <3 <3 Come al solito non deludi mai! :*

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  2. Ciao! Ma sai che anche io ho letto e recensito questo libro da pochissimo?? Ho appena concluso l'ultimo libro della serie. Che dire... l'adoro. Bellissimi libri, anche se questo è quello che preferisco *_*

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    1. Ciao, Autumn! Si, avevo visto il tuo post; ho notato il tuo entusiasmo, di pari passo a quello mio :) Io nel frattempo mi trovo a metà strada dell'ultimo, ma non ti nascondo mi dispiacerà salutare nuovamente questa serie :/

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