sabato, febbraio 17, 2018

Gocce d'inchiostro: Middlesex - Jeffrey Eugenides

Inaspettato.
Questa è la parola che immediatamente mi viene in mente, quando penso a questo romanzo. Al periodo in cui feci della storia di Callie come una seconda pelle, dove un turbinio di frasi e periodi sembravano staccarsi dalla carta e, come ragni d'inchiostro, trascinarsi sulle mani e sulla faccia. Attraversando la pelle e annidarsi nelle vene fino a colmare il cuore d'infinita tristezza e annebbiare le pupille di pozzanghere cristalline.
Meraviglioso. Improvviso. Confuso. Come le cose che si mescolano le une alle altre e, diventando un'unica macchia, si confondono.
Vissuto come un impavida viaggiatrice in cerca di avventure, mi sono imbarcata in una storia di cui non sapevo assolutamente niente né dove mi avrebbe portato. Dalla Turchia del crollo dell'Impero Ottomano all'America del proibizionismo, dai conflitti razziali alla controcultura. Nel cuore di una giovane narratrice che ci induce a percorrere i viali alberati di Middlesex con coraggio e determinazione; fra ragazzi e giovani che hanno segnato un epoca che non è più nostra, in un campo estivo, classicamente solenne e tranquillo.
Titolo: Middlesex
Autore: Jeffrey Eugenides
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 9, 80 €
N° di pagine: 601
Trama: Calliope Stephanides, detta Callie, poi Cal, una rara specie di ermafrodito, ha vissuto i primi quattordici anni della sua vita come bambina, senza che nessuno si accorgesse della sua anomalia, fino a quando l'arrivo della pubertà l'ha sottoposta (sottoposto) a inevitabili trasformazioni. E adesso, uomo adulto, vuole scoprire le origini della mutazione genetica responsabile di questa sua "eccentricità biologica", e per farlo ripercorre l'intensa, drammatica e a sua volta alquanto "eccentrica" storia della famiglia Stephanides.

La recensione:

Se la normalità fosse stata normale, l'avrebbero lasciata tutti in pace. Si potevano mettere tutti quanti comodi e lasciare che la normalità esprimesse se stessa.

C'è qualcosa di più incredibile di leggere una storia che parla di genetica, mescolanze disomogenee e, soprattutto, di una storia d'amore che dalla Turchia del crollo dell'Impero Ottomano attraversa l'America del proibizionismo, e  sopravvive ai conflitti razziali della controcultura?
Qualcosa di più difficile da afferrare dell'idea che due giovani innamorati, ingenui e conformisti, sempre impegnati a lavorare per condurre un'esistenza tranquilla e agiata, fissi nella lista delle anime che costituiscono questo blocco terrestre, un giorno si sono visti mancare la terra sotto i piedi? E' davvero impossibile immaginare un padre - l'uomo che ti ha generato - capace di ingoiare una pillola così amara come quella dell'anomalia genetica. Una madre, occupata a badare ai figli e a tenere la casa pulita, che sogna di vedere un giorno la propria figlia varcare la soglia di una grande navata e pronunciare quel fatidico "Si" che molte ragazze in età da marito sognano, come chiunque del resto, debba prendere consapevolezza di una realtà molto più cruda di quel che sta già vivendo. Milton e Tess che hanno vissuto il loro amore così intensamente, insensatamente, non avrebbero mai immaginato che Dio potesse essere così poco misericordioso.
Anche guardando indietro con l'occhio benevolo di un osservatrice attenta, devo ammettere che tutto questo non è affatto bello. Non è affatto bello vivere in un posto, in un oasi che prometteva pace e che invece si è rivelato il posto più brutto dell'Inferno, alla fine di un lungo lungo declino, e scoprire che si nasconde un gene misterioso che ha attraversato come una meteora incandescente tre generazioni di famiglie e che solo al termine si è trasformato nel frutto del loro amore. Loro figlia Callie. La bambina apollinea dal faccino luminoso, un po' arcigno, e una massa informe di ricci che si crede normale come tutte le ragazzine della sua età, ma che in realtà emerge ogni tanto come farebbe un piccolo difetto di pronuncia non abbandonato del tutto nell'infanzia.
Le predisposizioni di Callie tuttavia erano state sin troppo evidenti fin dall'inizio. Aveva ereditato la bellezza della nonna, Desdemona. E, di origine greca, Callie sembrava completamente femminile. Eppure nulla contribuì, sebbene nemmeno in parte, a spiegare l'attrazione che provava per le altre ragazzine che frequentava. L'anima di un adulto apparentemente maschio si era risvegliato di colpo in lei e aveva indossato la sua pelle come fosse una vestaglia troppo larga. Ha affiorato il suo passo fanciullesco, il fluido della disperazione adolescenziale che scorre nelle sue vene e improvvisamente è svanito, così come era comparso.
All'età di quasi ventidue anni avevo condiviso questa storia come se avessi deciso di condividere la stessa camera da letto con un amica, ma questo risale a quattro anni fa. Una sfida indetta su Facebook mi aveva scoperto a fiondarmi fra le pagine del romanzo di Eugenides, nel momento in cui Callie aveva nuovamente chiesto ed espresso interesse per me, io risposi alla sua chiamata con un certo entusiasmo.
Leggevo sdraiata sul divano, indossando la mia morbida vestaglia con un disegno a fiori rosa, e divoravo Middlesex come se non ci fosse un domani. Nel giro di un centinaio di pagine avevo compreso l'anomalia di Callie e, al di là delle apparenze, al di là della sua femminilità sconosciuta, come sostiene lei stessa, scoperto come ci fosse in realtà un mostro. Un raro ermafrodito il cui gene, come l'Ulisse di Omero impiegò dieci anni a tornare a casa, ha impiegato duecento anni per iscriversi nel suo corpo. Concepito dopo una tediosa serata a teatro, nell'incauta circostanza in cui il Minotauro e il suo atteggiamento nei riguardi delle vittime aveva eccitato la dolce Desdemona al punto tale di vergognarsene e di non lasciar trasparire niente. Attraversando generazioni e generazioni, in un viaggio travagliato nel cuore di un passato che cela i segreti del suo destino, alla soglia di una città che, all'epoca, non era un luogo preciso. Non apparteneva a nessun paese perché erano tutti paesi, mentre adesso costituito da una distesa di grattacieli, viali, aziende e quartieri.
La ragazza che divora i libri non aveva mai parlato di sé stessa, prima di allora, e non aveva mai scoperto fino in fondo cosa volesse dire essere diversi. Fino a quando non arrivò Jeffrey Eugenides che, impartendogli lezioni private di sessualità e sentimenti, in balia di uno stato confusionale, aveva sperato in un atto di coraggio. In un barlume di speranza che l'avrebbe finalmente destata da questo strano stato di stupore. Col timore che i personaggi e la loro storia non l'avrebbero soddisfatta del tutto. Eppure esplorarlo strato dopo strato, tirare fuori l'immagine di una bambina, di un martello e di un cuore dalla forma ristretta, senza sapere di leggere una storia toccante e a tratti complicata - le pagine di diario di un narratore dal temperamento apolitico, liberatorio e coraggioso -, ha rivelato una sensibilità capace di strappare dolcemente, a una a una, le sottili membrane che avvolgono il cuore umano.
Ciò che dimenticano gli esseri umani ricordano le cellule. Il corpo, quella memoria da elefante... Il romanzo di Eugenides getta una particolare luce sui significati intimi di questa frase che, a seconda delle varie interpretazioni, ha un che di profondo e nascosto. Così come il narratore della storia, che percependo la presenza del lettore instaura un genere d'intimità che lo mette subito a suo agio, Eugenides riavvolge la pellicola della vita di Callie all'indietro come un nastro, percorrendo un percorso formativo ed evolutivo, e crea una sorta di relazione fra autore e lettore fatta esclusivamente di parole, dialoghi asciutti e descrizioni a matriosca - talvolta inutili, talvolta noiose - che non sempre lasciano un segno indelebile nei recessi più remoti di chi legge. Esamina la crescita interiore dell'individuo, combina eventi storici all'analisi dell'animo umano, intrecciando dramma e commedia, cinismo e ingenuità, articolando un romanzo vivo, pulsante, intenso come un esistenza stessa. Attraverso lo sguardo di Calliope, il lettore vede e comprende sviluppi e riflessioni. Assiste a un lungo esame sulla libertà individuale e d'espressione e, ponderando quello che nei secoli passati è sempre stato visto come una specie di tabù, riconosce la capacità del romanzo di spiegare cosa significhi appartenere al terzo sesso.
Adoro le storie d'amore melense, impossibili, i libri belli e indimenticabili, ed ero convinta che questa storia mi regalasse qualcosa di simile: due amanti che non riescono a smettere di amarsi e che, allo stesso tempo, non possono stare insieme. Che pensano sia più facile annegarsi o scegliere un suicidio d'amore, pur di riuscire a vivere il loro sogno. Tra l'odore della polvere da sparo dei fucili o la paura del popolo che serpeggia in ogni parte. Il genere di storia che io prediligo moltissimo e per cui non rinuncerei per nulla al mondo.
Middlesex, invece, non è niente di tutto questo. Nulla che possa paragonarlo a una bellissima e indimenticabile storia di amori proibiti, ma un libro modernissimo, acuto, impressionante e, per certi versi, memorabile. Un grandioso atto d'immaginazione; fatto di cronaca straordinario che nasce, cresce e si evolve. Si riproduce mediante un miscuglio genetico fra famiglie, fra due giovani aventi lo stesso DNA che scoprono come a volte l'amore può tramutarsi in condanna. La storia di minuscole particelle che nuotano contro un tetro fondale nero, come un lungo serico filo bianco che ha cominciato a srotolarsi un giorno di duecentocinquanta anni fa, quando per divertirsi gli dei della biologia scherzarono con un gene nel quinto cromosoma di un bambino. Rimase intrappolato in una città che bruciava e fuggì a bordo di una nave... Fin quando si trasferì in un nuovo corpo. Fin quando il mondo andò in frantumi. Precipitò verso la lavagna bianca di una personalità da formare. Un nuovo individuo. Un nuovo essere. Un Kafka in miniatura. Una fenice che risorge dalle ceneri.
Callie. Questo libro è di Callie. E' Callie in ogni forma e sfaccettatura. Segue un ordine preciso, scandisce i capitoli attraverso repentini passaggi dal presente al passato e viceversa, in cui Callie adulta ci parla della vita che si è dovuta lasciare alle spalle. E' un romanzo che parla di genetica, di tabù. Un omaggio alla legge di appartenenza per gli ermafroditi che fa riflettere, lascia un po' d'amaro in bocca e che parla di un amore per nulla puro che porta dritto alla tristezza, a una brutta condizione che mette in discussione l'identità individuale e l'approccio col prossimo. Parla di quella bambina che ha sempre preservato la beata speranza di poter, un giorno, diventare una donna e che, col suo candore e l'ingenuità tipica della sua età, mi ha permesso di capire cosa voglia dire essere padroni di se stessi.
Middlesex, impregnato di una sottilissima vena di drammaticità, è un romanzo di un intensità disarmante: un manipolo di particelle che viaggiano fra i posti più sperduti del mondo. Superbo. Particolare. Lo consiglio spassionatamente specialmente ai lettori più esigenti, per tre semplicissimi motivi: un'attenta ricostruzione, una vibrante rievocazione, una dimensione squisitamente famigliare. Leggetelo quando avrete pazienza e tempo in quantità. Perché se partite col piede giusto, senza pregare furtivamente di portarlo al termine il prima possibile, le pagine non sembreranno interminabili come pensavate.

Adesso che siamo informati ci portiamo in giro questa mappa di noi stessi che determina il nostro destino anche quando non stiamo facendo niente, che scova sulle nostre facce le stesse rughe e le stesse macchie dei nostri genitori.

Valutazione d'inchiostro: 4

2 commenti:

  1. recensione accuratissima, come al solito, devo dire che anche i temi trattati da questo libro sono altrettanto interessanti. Non ho mai letto un libro che parlasse in particolare del (come ben definito dall'autore) "genere di mezzo": sicuramente non incontriamo ermafroditi tutti i giorni o comunque non capita facilmente di pensarci.
    è affascinante scoprire come invece è un argomento affrontato in maniera così diligente, fino ad essere sviscerato da un libro che, a quanto vedo, indaga non solo sull'aspetto genetico ma anche su quello sentimentale!!

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