giovedì, gennaio 25, 2018

Gocce d'inchiostro: Dolores Claiborne - Stephen King

Sempre per una sfida indetta su Facebook, l'ennesima, prima di salutare questo primo mese dell'anno ho accolto nel mio cantuccio personale Stephen King. Ma più che accoglierlo ho salutato un caro amico in quanto la mia prima lettura di uno dei suoi romanzi risale a qualche anno fa.
Il romanzo che recensirò quest'oggi invece mi ha impedito di circondami di voci amiche, mi ha permesso di camminare da sola in una vasta ala di tribunale, ascoltare la confessione di una giovane e impaurita donna, e lasciata sedurre dalla storia folle e ingarbugliata di Miss Vera Claiborne.
Se siete curiosi di scoprire cosa celino dunque queste pagine, non esitate a buttarvi nella mischia! King è davvero il maestro dell'horror. E presto o tardi altre sue opere affolleranno gli scaffali strapieni della mia libreria.
Titolo: Dolores Claiborne
Autore: Stephen King
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Prezzo: 9, 90 €
N° di pagine: 267
Trama: Raccontata in prima persona la tormentata vicenda e insieme la confessione di Dolores Claiborne, una donna di fatica del Maine: la misteriosa scomparsa del diabolico marito, le angherie inflittele da una proprietaria terriera senza cuore, le violenze subite dalla giovane figlia e inoltre una sorpresa finale, in puro stile King.

         La recensione:

Alla fine tutti i colori vivaci della vita si sbiadiscono, l'avete notato? Alla fine tutto diventa grigio, come un vestito lavato troppe volte.

Sono sprofondata in un lungo pozzo che, per la durata del mio soggiorno nella piccola cittadina del Maine, mi ha trascinata a largo. Calpestato e ridotto la mia anima in minuscoli pezzettini.
Ho camminato in una vasta aula di tribunale. Al centro della sala, dinanzi a un lungo tavolo su cui stava seduta composta una quarantenne, casalinga e vittima di violenze e soppressi. Mi è bastato posare lo sguardo sul suo viso per vedere che era agitata. Aveva appena cominciato la sua confessione. Portava un completo di tweed, una camicia rigata e una gonna lunga sino al ginocchio, teneva le mani sul tavolo, una sull'altra, e stava parlando di qualcosa rivolta a una donna avvenente, alta e dalla pelle abbronzata in uniforme. Dietro di loro doveva esserci sicuramente qualche telecamera. Il vocio delle loro voci si espandeva in tutta la sala, ma chiunque si sarebbe fermato, e ascoltato con espressione grave il suo discorso. Sembrava proprio che stesse confessando qualcosa di terribile e che avrebbe cambiato le sorti del mondo. Perlomeno le sue.
Anch'io mi ero fermata a lungo dov'era, e la guardavo negli occhi. La signora Claiborne si rivolgeva principalmente all'agente, ma, ciò di cui non era consapevole è che si rivolgeva a un centinaio di migliaia di lettori a lei invisibili. Il suo tono era quello di una donna non avvezza a farlo, eppure sembrava estremamente sincera. Quel qualcosa di repellente che avvertivo mentre parlava a quattr'occhi con l'agente era ben celato in una parte remota e inaccessibile della sua persona. Il suo eloquio ebbe un potere di persuasione particolare.
Cosa avrei dovuto fare se non ascoltarla? Ogni avvenimento sembrava di viverlo in prima persona. Questo è stato l'elemento scatenante. E nelle vicende che hanno composto queste pagine, che sembrano alquanto complicate, praticamente lo erano, il movente non sarebbe stato così semplice. Tutto dipendeva da ciò che effettivamente desideravamo vedere; non c'era nient'altro. Era radicato nelle radici della violenza, delle passioni umane, nell'odio, nel dolore, e tutto ciò che contava veramente era estrapolare queste radici. Scavare indipendentemente dalla paura. Scavare ancora e ancora fino all'estremità di queste radici. In questo modo ogni cosa sarebbe divenuta più chiara. Così sono andate le cose dipinte nel mondo Kingiano. Sarei stata stupida se pensavo che mi sarei facilmente liberata di quel senso di apparente complessità, che attanagliò le mie viscere per tutta la durata della lettura. Ho vagato nelle tenebre alla ricerca di un uscita, e alla fine qualcuno si tolse persino la vita senza averle dato alcuna importanza.
Il motivo per cui scrivo tutto questo è dovuto dal fatto che, fra le pagine di Dolores Claiborne, ho letteralmente perso il senso dell'orientamento, non ho compreso appieno il principio che regola le cose. Nella mia testa ci sono solo uomini forti e avvenenti, damigelle romantiche e quasi sempre in pericolo. Ci capisco molto poco di paura. Non capisco nemmeno il motivo per cui non me ne sono mai interessata, eppure mi sono sempre posta interrogativi sulla sua provenienza e natura. E questo è stato uno dei motivi che mi ha condotta dritta dritta fra le fredde braccia delle tenebre.
Ascoltando le parole della povera Dolores, dentro di me a poco a poco sentivo crescere la collera. Una collera che mi tolse il fiato. Dolores parlava al mondo intero, ma in realtà è a me che si è rivolta. Non ci sono dubbi che avrà avuto innumerevoli ragioni, così terribilmente mostruose e tortuose, eppure perché non ribellarsi? Non usare il conforto di un amico, un parente lontano per allontanarsi da questa landa deserta in cui era sprofondata?
Dolores Claiborne è stato quel palazzo solenne e maestoso che si è eretto inaspettatamente nei meandri della mia mente umana, in cui i temi affrontati sono alquanto forti da trasmettere quasi un senso di malessere, disagio, in cui il centro del nostro corpo accusa un malessere intenso e inspiegabile. Sono state tante le immagini che hanno camminato da sole come in un sogno e che si sono stagliate solitarie sporgendosi oltre la superficie torbida di un ruscello.   Immagini il cui significato è sconosciuto, poiché il significato della mente stessa è sconosciuto.
In compagnia di una viaggiatrice lasciata sola nell'immensità del cosmo, in una trama impenetrabile che scivola nei recessi della psiche umana, Dolores Cloiborne ha eretto un muro di dubbi, paure e perplessità che hanno inquinato il mio spirito, affrontando tematiche davvero assurde e spaventose, sinistre e inquietanti che, elaborate minuziosamente, claustrofobiche e dal ritmo rapide, hanno mantenuto viva la mia attenzione.
Valutazione d'inchiostro: 3

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