sabato, aprile 07, 2018

Gocce d'inchiostro: Doll bones. La bambola di ossa - Holly Black

Non si può non volere rimanere affascinati da storie che hanno un ché di 
soprannaturale, negando la loro natura e non accettandoli così come si presentano. Come si fa ad non apprezzare una lettura semplice e suggestiva come quella di La bambola di ossa, quando già dalle prime pagine se ne intuisce la forza, il potere, il profumo di macabro che aleggia fra le pareti spoglie di una piccola dimora americana. Posso dunque ben dire che questo primo intento con la Black si è rivelato positivo, sebbene ho deciso di leggere un romanzo che forse avrei apprezzato maggiormente quando ero ragazzina. Ebbene, questo è il nocciolo. Ho completamente sentito questa storia sulla mia rosea pelle, e, come tutte le volte che mi appresto a farlo, la recensione di quest'oggi è un altro piccolo tassello delle letture che mi affiancheranno in questo quarto mese dell'anno. La cui visione è ancora poco nitida e definita, ma a cui mi aggrappo.







Titolo: Doll bones. La bambola di ossa
Autore: Holly Black
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 17 €
N° di pagine: 218
Trama: A dodici anni, Zach passa i pomeriggi a inventare storie con le sue due migliori amiche, Poppy e Alice: i tre hanno affidato il dominio del loro regno immaginario all'enigmatica Regina, una bambola di porcellana così perfetta da sembrare viva. Un brutto giorno il padre affronta Zach intimandogli di crescere e di cominciare a interessarsi a cose "da grandi". Il mondo di Zach sembra andare in frantumi, finché una notte la Regina compare in sogno a Poppy, rivelandole di essere stata una bambina in carne e ossa di nome Eleanor, le cui ceneri si trovano ora all'interno della bambola; Eleanor non avrà pace finché non sarà seppellita nella sua tomba, in una lontana cittadina dall'altra parte degli Stati Uniti. I tre ragazzi partono nel cuore della notte, dormendo sotto le stelle, accampandosi nei cimiteri, incontrando bizzarri personaggi che parlano alla bambola scambiandola per una bambina vera, in un viaggio che cambierà per sempre le loro esistenze.
La recensione:
Visita a un autrice americana di cui ho sentito parlare molto bene.         Si assume il ruolo di turista, consigliere, guida, e mi invita a percorrere i meandri di uno dei suoi meno diffusi romanzi indirizzati a un pubblico interamente giovane. Vuole portarmi fuori dalla mia stanza, dalla mia casa, dalle mie ansie, dalle mie preoccupazioni. Mi ha raccontato tante cose interessanti su un ragazzino, Zach, e sui suoi amici, su ciò che popolano le nostre ansie e preoccupazioni e da che cosa ne deriva. Osservazioni che alla lettura hanno sortito un certo fascino.
Penso che l'influenza della curiosità nei riguardi della letteratura sia nociva per una lettrice onnivora come me, e che talvolta io mi lascio condizionare dall'innumerevole eccesso di recensioni negative o positive. Il tema del macabro per una bambola ritratta come bellissima, finissima, dai boccoli dorati e dalla pelle candida era altrettanto ossessivo del tema dei vampiri nel romanzo Lasciami entrare di John Ajvie Linqvit. Devo esprimerlo completamente per iscritto. A volte, quando leggo recensioni di altri lettori, così autentiche, appassionate, esplosive, sento che potrei soddisfare le loro lamentale e cimentarmi anch'io nella lettura di quel determinato romanzo.
Un vero amante dell'horror e soprattutto di Stephen King non approverebbe appieno la lettura de La bambola di ossa, in quanto sarebbe impegnato a fare inutili obiezioni sulle vicende - scarne e frettolose -, e che, subendo l'influenza di chi in passato si è già cimentato con questa lettura, nega impunemente. La Black ha ritratto una storia molto carina, di facile lettura, ma La bambola di ossa non può di certo annoverarsi nella lista dei romanzi più belli di questo 2018. E' duro doverlo pensare, non immaginate scriverlo!
Spiritoso, pronto, coinvolgente, mi ha incitato a diventare più curiosa, interessata per capire quali segreti celasse un semplice oggetto come quello della bambola Elizabeth. Da dove partire per interpretare i suoi gesti, le sue apparizioni oniriche, così inaspettate e improvvise? Mi ha esortato a invischiarmi in questa faccenda, a vivere con Zach e i suoi amici, ad indagare con loro e per loro soltanto.
Ero davvero curiosa di conoscere la storia del piccolo Zach. Dopotutto i romanzi sembrano l'unico surrogato per vivere altre vite. Come un meccanismo naturale, incastri e composizioni perfetti, che hanno un loro rito. Una cadenza quanto lenta, quanto impetuosa che, talvolta, fungono da unico mezzo per poter arrivare lontano. Toccare apici di vette insormontabili.
Il romanzo della Black è stata quella lacuna letteraria che avrei dovuto colmare da un po' di tempo. Un buon punto di partenza per farmi vedere la Black sotto una certa luce. Una storia surreale, semplice, talvolta lenta talvolta sincopata, in cui ogni lettore può riconoscersi.
La bambola infatti diviene qui un pezzo di anima che vaga incerta in un deserto di domande che solo alla fine avranno una risposta, con prospettive nebulose per il futuro, che mi ha incuriosito ma non esaltato come credevo. Catapultata in un posto imprecisato dell'America, impegnata nella caccia agli oggetti smarriti.
Assieme a Zach,           Poppy e Alice mi sono divertita a impersonare tante e altrettante vite con cui ho voluto fuggire dal baratro dello sconosciuto. Respirando aria che non è più così pulita, ma satura di omicidi e orribili crimini.
Un romanzo il cui sapore è agro come un limone, la cui protagonista è una bambola assassina che alla fine tanto assassina poi non è. Un romanzo che avrebbe potuto inquietare, o, peggio, disgustare, in un universo che non avevo mai esplorato. Ma che alla fine ci impedisce di coglierne tutti questi aspetti e si rivela una piacevole lettura.         Nulla di più. Con patti segreti sussurrati nel cuore della notte, con personaggi minori e poco maturi a cui non sono più abituata.
Valutazione d'inchiostro: 3

2 commenti:

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